Una nota col sax







Mi chiamo Gianbattista, detto Gian per via del nome tropo lungo che mi hanno appiccicato addosso quando sono nato; almeno io possa ricordare. Ora so che di me fu detto tanto, troppo, e se sia rispondente al vero; è dato di sapere a chi, da sempre, mostra il marchio di Caino per la sua Malaugurata sorte.Mi ricordo; ma il battesimo dovetti subirlo, in egual modo cui tanto si rallegrava mio fratello Abele; che tra parenti e tutti quanti, mi ricordo la zia Evelina; piccola e con l'alito sempre profumato di menta. L'unica con cui non ricordo di essere stato colto in un attimo di debolezza, causa la mia notoria 'sindrome della zia'. Ero più amato da loro che da mamma e papà. Mi volevano tutte; mi stringevano addosso; mi baciavano. Ma, soprattutto, mi ricordo della zia Angela: lei, l'affetto, lo dimostrava a suon di morsi sulle mie ancora guance da poppante. Credo che il trauma della mia oramai vecchia esistenza risalga al primo morso.





















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